martedì 6 gennaio 2015

Il Canto dell'Esploratore, una storia Hobbit





Sùilad, lettore.
Prima che abbia inizio la tua avventura in questo breve racconto, voglio consigliarti un brano che evocherà sicuramente nella tua mente la giusta ambientazione per questa lettura... 


Mettiti comodo, quindi clicca sul link sottostante, o se non viene aperto copialo in una nuova pagina: ti assicuro che la lettura sarà notevolmente più gradevole.
 

Ti auguro buon viaggio, così come per Bilbo questa è stata la sua ultima avventura. 

Buona lettura.
G.G. Pintore.







Il Canto dell'Esploratore

Bilbo volse un ultimo amaro sguardo a quel mondo che, sino alla proposta di Gandalf, era per lui rimasto velato da una bruma di mistero, così come ancora lo sarebbe stato per tutti gli Hobbit, chiusi nella loro quieta ordinarietà, tipica di un popolo abituato al placido scorrere della vita.
Era partito con l'inganno di un'avventura, ed invece ora vantava d'aver vissuto il peso di innumerevoli vite, e conosciuto razze che il popolo della Contea aveva sentito narrare solo nei racconti più antichi, e delle quali amavano dubitare dell'esistenza.
Bilbo aveva ammirato luoghi fatati e raccolto ori incantati, udito il soave canto degli Elfi ed il possente ruggito dei draghi. Aveva fatto i conti con l'avidità dei Nani e la rovina degli Orchi; saggiato il velenoso sapore dell'odio e della guerra, sfuggito agli ingordi troll, scampato alla furia di Smaug ed infine sopravvissuto alla battaglia dei cinque eserciti. Quel viaggio gli aveva mostrato il valore dell'amicizia e del sacrificio, e che non tutti coloro che vagano sono perduti.
Ora percorreva i verdeggianti sentieri della Contea e, benché il suo aspetto non fosse invecchiato di un solo giorno, dentro il suo animo non poteva più dirsi lo stesso dello spensierato Hobbit che era partito. Bilbo portava con sé il peso di quel viaggio. Quello stesso fardello avrebbe presto cambiato le vite della sua gente.
A casa Baggins lo attendeva un comodo buco Hobbit, che sarebbe stato riempito in eterno dal riecheggiar dei canti di quell'avventura. Lungo il suo cammino l'accompagnava solo un ritornello:

Dietro è la casa, davanti a noi il mondo,
E mille son le vie che attendon, sullo sfondo
Di ombre, vespri e notti, il brillar delle stelle...

Davanti allor la casa, e dietro a noi il mondo,
Tornar potremo a casa con passo infin giocondo.

Ombre e crepuscolo, nuvole e foschia
Sbiadiranno via! Sbiadiranno via!

Fuoco e luce, da bere e da mangiare,
Così tutti a letto poi potremo andare!



Note dell'autore:

Il Canto dell'Esploratore è contenuto ne “La Compagnia dell'Anello”
Secondo il capitolo "In tre si è in compagnia", Bilbo scrisse le parole di questa canzone, che in un secondo momento insegnò a Frodo. Lo stesso, però, dichiara di non rammentare se siano effettivamente le note di Bilbo, oppure le sue. Questo è solo un estratto dell'intera poesia:
Il frammento di poesia che hai letto non è quindi di mia proprietà, bensì del celebre autore J.R.R. Tolkien. Questo vuole essere un tributo ad un creatore di mondi quale egli era, e non c'é alcuna intenzione da parte mia di mostrarmi il padre di questo frammento della sua celebre opera. In tal caso questo dovesse violare i diritti d'autore, pur essendo solo un estratto, sotto segnalazione rimuoverò il rispettivo brano.

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