La
Creatività ha bisogno di cibo.
Sono
consapevole del fatto che, detta così, possa sembrare
un'affermazione stramba. Eppure, sono pienamente convinto di ciò.
Come? Credo di essere la prova vivente che questo metodo funzioni.
Il
cibo è vita – per citare l'EXPO – e questa vitalità stimola il
cervello dell'autore, quando delizia i suoi sensi con del cibo che
ama o che apprezza particolarmente. In questo caso mi riferisco alla
scrittura, sebbene sia dell'idea che così accada per ogni artista.
Per
gli scrittori, c'è il solito cliché dell'enorme tazza di caffè, il
Mojito per Hemingway o simili. Io sono più uno da qualsiasi cosa sia
adatta alle circostanze. In inverno, specialmente la notte, mi piace
scrivere davanti ad una spropositata – qualche volta anche più di
una – tazza di cappuccino bollente. E per chiarire, la temperatura
è dovuta al far durare la bevanda più a lungo, impedendomi di
tracannarla subito!
Ma
ci sono momenti in cui, specialmente in estate, una fresca birra può
rilassare i miei sensi, accompagnata ovviamente da patatine ed olive
verdi.
L'argomento
in questione condiziona ovviamente la tipologia di cibo che
dobbiamo/vogliamo introdurre nel nostro corpo. Generalmente, quando
voglio parlare di qualcosa di più astratto, mi concedo di bere
qualcosa di più forte della consueta birra, affinché mi sia
possibile scrivere con leggerezza, senza il peso delle parole che si
accalcano per dare forma ai pensieri. Se devo trattare questioni più
poetiche, invece, tendo a consumare bevande calde, oppure
estremamente dolci.
Diciamo
che prevalentemente si tratta di cibo spazzatura o bevande
ultracaloriche, utili per stimolare effettivamente il cervello.
Servono per combattere la stanchezza, la noia e per imporre una pausa
durante la scrittura. Quel momento in cui sei costretto a fermarti
per prendere una patatina: sì, è l'esatto istante in cui concedi
alla mente una breve pausa per riformulare i pensieri che stavano
creando la successiva pagina della storia.
Il
lato negativo, è rischiare di avere la tastiera unta. Ma è proprio
per questo che hanno inventato i fazzoletti ed appositi strumenti per
farla ritornare splendente!
In
conclusione: sono convinto che per poter creare occorra consumare del
cibo, proprio perché ci consente di rimanere più lucidi, offrendoci
momenti propizi per fermarci a pensare sulla prossima parte della
nostra storia. La creatività è parte di ciò che mangiamo. Avete un
blocco: aprite qualche pacco di cibo spazzatura, prendete una bella
bibita e lasciate vagare la vostra mente!
Buona
scrittura... e buon spuntino!
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